PAURA E LIBERAZIONE - Lc 21,25-28.34-36 |
||
---|---|---|
+ Dal Vangelo secondo Luca |
||
gli uomini moriranno per la paura |
Quando parliamo di paura intendiamo sia il timore, l'apprensione, la preoccupazione, l'inquietudine che generano una sorta di esitazione, sono aspetti naturali della fisiologia dell’uomo; ma ci sono anche gli aspetti patologici - a cui Gesù sta facendo riferimento - comel'ansia, il terrore e il panico che invece di aver un’azione allertante e di salvaguardia diventano immobilizzanti dell’azione e del pensiero, ci rendono incapaci di reagire. |
|
risollevatevi e alzate il capo |
L’evangelista ci chiede di affrancarci dalla paura - risollevatevi e alzate il capo - aprirsi, rimettersi in piedi, riacquisire fiducia e sicurezza guardando lontano perché la vostra liberazione è vicina. Rinchiudersi, tapparsi gli occhi per non vedere, non serve a nessuno, crearsi un piccolo mondo di tranquillità non giova. Eppure sembra essere salutare rinchiudersi in casa propria, senza dare molta confidenza limitandosi a non fare del male a nessuno, riducendo le relazioni al minimo indispensabile e fare del bene solamente “quando capita” e “se posso”. Gli altri fanno paura, fa paura la diversità, lo straniero … il sospetto si è insinuato in molti cuori, le relazioni e la convivenza sono a rischio. |
|
la vostra liberazione |
Non dobbiamo pensare che la liberazione sia un evento esterno all’uomo come l’arrivo di un commando che con la forza produca effetti liberatori. Il più delle volte non è così, anzi il rischio nell’uso della forza è sempre quello di passare da una schiavitù ad un’altra, in una sorta di involuzione della storia che ci fa penetrare sempre più in fondo di un labirinto senza uscite. Non è dato che distruggendo ciò che ci fa paura o annientando coloro che ci spaventano si giunga ad una vera liberazione; altre paure prenderanno il loro posto. Solo la libertà che seminata nell’uomo viene lasciata crescere, la libertà interiore ha il potere di segare le sbarre che l’uomo, il mondo e la storia hanno costruito. |
|
comparire davanti al Figlio dell’uomo |
L’avvento, che con questa domenica ha inizio, oscilla tra l’esperienza storica della prima venuta di Cristo di cui la Chiesa è testimone e la seconda venuta, quella alla fine dei tempi. Se nel primo Avvento il Signore si è manifestato in tutta la debolezza della condizione umana (cf 2 Cor 13,4) nel secondo si manifesterà in tutta la sua potenza. Comparire davanti al Figlio dell’uomo, non è un fatto futuribile che improvvisamente si parerà davanti, ma l’esperienza quotidiana di chi è capace di guardare il mondo, la storia, le cose e anche la Chiesa, con Fede. |
|